Ho una pessima memoria. Tendo a dimenticare i passaggi più importanti della mia vita immediatamente. Non so come faccio. Sarà che alcuni ricordi pretendono di parcheggiarsi in divieto di sosta e il criceto che comanda il mio cervelletto li rimuove con cocciuta caparbia.
Ma,per la serie "a volte ritornano", ogni tanto senza volerlo mi balzano davanti agli occhi come un cinghiale incazzato e bramante sangue. E non è per nulla piacevole. Se ho dimenticato certe cose,ci sarà pure un motivo. Se per settimane,mesi o anni non c'ho mai pensato,perchè a volte certe immagini mi ritornano su come una peperonata all'ora di colazione?
A volte vorrei solo dimenticare tutto,e per un breve periodo ci sono anche riuscita benissimo nascondendomi tra le braccia di qualcuno.
Ma soprattutto,con tutti i problemi reali e concreti che esistono al mondo,ma che senso ha perdersi in inutili elucubrazioni mentali su un passato che tanto col presente non ha più niente a che fare? Se è anche vero che il presente è il figlio bastardo del passato,non si può permettere che questo abortisca il futuro. Sarebbe da idioti.
Eppure quanta ragione aveva lo zio Oscar Wilde,quando diceva:
"Non c'è niente di più bello che dimenticare,se non forse essere dimenticati".
Un mantello di invisibilità sui nostri ricordi e sui ricordi di noi.
Oscillo tra apatia e desiderio di incazzarmi.
E visto che l'apatia mi sta sul cazzo,ascolto i Clash che mi ricordano cosa vuol dire il sangue che ribolle nelle vene.
Soundtrack: "I'm Not Down" - The Clash
martedì 11 maggio 2010
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